Il più grande intellettuale comunista italiano del '900, Antonio Gramsci, nei "Quaderni dal carcere", elaborò una raffinata categoria sia per spiegare la sconfitta delle sinistre ad opera del fascismo sia per tracciare la rotta della futura riscossa del proletariato: la categoria dell'egemonia culturale. Di recente tale categoria è stata riscoperta paradossalmente per denunciare la pervasività e prevalenza della cultura di sinistra nell'Italia repubblicana a danno di altre espressioni. In che misura e in che momenti la categoria gramsciana di egemonia è riconoscibile nella vita politica, nella produzione culturale e soprattutto nella sensibilità collettiva dell'Italia dal secondo dopoguerra?